Il dissesto urbanistico è troppo. E’ abbastanza. Il lavoro è poco. Non è abbastanza.
Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Il comitato per la tutela del territorio Stop al cemento riscontra un’accelerazione del processo degenerativo che ha prodotto il dissesto urbanistico, in una città in cui un’area di 127.000 metri quadrati è stata lottizzata e trasformata in appartamenti per lo più a seconde case. Era abbastanza, ma ora si potrà costruire anche in altre aree dismesse, grazie a una decisione che troviamo profondamente sbagliata. Toccherà forse alla spiaggia di Renà, nella zona dei cantieri Diano chiusi e falliti senza che nessuno piangesse? Era abbastanza, eppure ora si permetterà una variante per la costruzione di 375 boxprivati, triplicando gli spazi già concessi? E’ abbastanza, e quindi, se esistono la scienza e la coscienza urbanistiche, si dovrebbe evitare la sparizione del rettilineo dell’Aurelia, per un motivo semplice: secondo ogni logica le infrastrutture urbane dovrebbero migliorare nel tempo. La nuova strada “parco” -nonostante tre rotonde e una carreggiata stretta e tortuosa- va bene per supportare meglio le strade già esistenti, ma non va bene per sostituirel’Aurelia, perché diminuisce la capacità di transito di auto, bus e camion, il che può provocare il caos nelle strade alternative, da via Nazionale a via Romana occidentale. Era abbastanza, eppure a San Bartolomeo si sbancano colline.
Mentre succede questo, dove sono le aziende nuove e tecnologiche? E’ vero che la Giunti è in crisi? Non era forse l’unica azienda nata dall’operazione vendita dei palazzi nel centro di Roma e acquisto di una mega Fondazione a Sestri Levante? Dov’è il lavoro produttivo e di qualità? Dove sono destinati a emigrare i giovani che studiano? Come finirà col turismo, in una città priva di identità? Andranno tutti alle Cinque Terre, non cementificate, o all’estero, meno caro? E’ vero che la Fit aveva una valorizzazione di 106 miliardi di lire, allo stato d’uso, nel 1979? Erano miliardi in beni materiali, terreni e stipendi. Sono tutti finiti al vento? Queste domande richiedono una risposta. La chiede la città, che ha risposto con forza quando abbiamo raccolto oltre 300 firme di sostegno alla nostra iniziativa in un solo giorno (proseguiremo nelle prossime settimane). Cresce l’esigenza di un territorio a misura di chi lo fruisce come turista, cittadino o lavoratore.
Cosa proponiamo - Chiediamo ai consiglieri di maggioranza e di opposizione di discutere coi cittadini i temi del lavoro e delle lottizzazioni per mezzo di un’assemblea pubblica, da organizzare al più presto. - Siamo per un referendum popolare che dia un indirizzo chiaro alla speculazione: fuori dalla città per sempre. - Siamo per una moratoriaimmediatasui lavori pubblici e sulle lottizzazioni, e chiediamo che sia invece favorital’edilizia che ristruttura e migliora l’architettura urbana.
Il cemento distrugge il turismo, la qualità della vita, chiude ogni prospettiva di sviluppo, toglie spazio alle imprese produttive, aumenta la burocrazia e il dirigismo fino a limiti inaccettabili. Comitato Stop al cemento:belaer@interfree.it